A TU PER TU CON MIMMO VARVAGLIONE

Una storia, quella di Varvaglione, che è testimonianza delle eccellenze tarantine.
Una storia fatta di perseveranza, tradizione e coraggio, di fatica e fiducia nei propri mezzi, nei propri sogni e nei doni della terra.
Una storia fatta di persone, una squadra di collaboratori dinamica, motivata e compatta, che ogni giorno aggiunge entusiasmanti dettagli all’azienda della famiglia Varvaglione, un’azienda ispirata alla tradizione di quattro generazioni nel settore vinicolo.

A capo di tutto questo oggi c’è Cosimo Varvaglione (per gli amici Mimmo), a cui abbiamo voluto porre cinque semplici domande per conoscere meglio l’anima che si nasconde dietro ogni bottiglia Varvaglione.

1. Cosa significa la frase “Ogni uomo ha diritto di dedicare un po’ di tempo a sé stesso. Io l’ho fatto così.” che descrive la Collezione Privata?

Ho sempre pensato che l’obiettivo di ogni uomo dovrebbe essere quello di lasciare un segno durante la propria vita e l’ambizione massima è riuscire a farlo coltivando al meglio le proprie passioni, facendole diventare il proprio lavoro. Questo è quello che ho cercato di fare, coltivare la mia passione per i vini pregiati cercando di produrmeli facendolo diventare il mio lavoro, perché sono convinto che lavoro e passione siano la stessa cosa. Non può esistere lavoro senza passione e viceversa, altrimenti sarebbe fatica.

2. Un aneddoto curioso che può essere definito la prima pietra di quello che è oggi Varvaglione1921.

Tutto è successo quando avevo meno di 6 anni e sentivo parlare spesso mio padre e mia madre di questa nuova azienda che stavano costruendo. Un giorno ero all’asilo e a quell’epoca i genitori non andavano a prendere i bambini a scuola e allora, sulla strada di ritorno a casa, preso da questa voglia di capire, di conoscere, chiesi a un mio amico di venire con me a vedere la nuova cantina che mio padre stava costruendo, ma a un certo punto ci perdemmo e scattò l’allarme. Tutti i genitori si misero in giro per venire a cercarci. Quando ci trovarono, mia madre molto preoccupata mi chiese perché non fossi tornato subito a casa come sempre. Allora io le risposi: “Dovevo far vedere la NOSTRA nuova cantina al mio amico”. È stato in quel momento che ho capito che quella sarebbe stata la mia passione, il mio lavoro.

3. Come era Cosimo Varvaglione 10 anni fa e come si vede fra 10 anni.

10 anni fa ero indubbiamente più giovane, ma meno sereno. Oggi guardo al futuro con molta più serenità, sicuramente scaturita dal fatto che già da qualche anno mia figlia Marzia lavora con me e vedo in lei la mia passione. Quella stessa passione che non si è per niente affievolita in me e che mi permette di continuare a fare progetti con più tranquillità. Tra un po’ al mio fianco ci sarà anche mio figlio che ha appena finito i suoi studi, mentre la mia terza figlia dovrebbe completare fra qualche anno la scuola di Enologia. Quindi, tutto questo mi fa essere fiducioso perché se loro lavoreranno con così tanta passione, fra 10 anni sarò sicuramente più vecchio ma guarderò a questa azienda con tantissimo orgoglio.

4. L’azienda Varvaglione in una parola e perché.

Grande.
Non solo nelle dimensioni. Grande perché dà grandi emozioni, grande perché è bella, perché mi ispira grandi cose, perché rappresenta una grande passione diventata realtà. Grande perché genera vitalità, forza e idee.

5. Il sogno nel cassetto di Cosimo Varvaglione non ancora realizzato.

Non ho mai nascosto la mia passione per i motori, quindi sicuramente guidare la Formula 1.